Sindacato

Una nuova e moderna Legge sulla rappresentatività sindacale

Anche gli scenari del mondo del lavoro e quindi della “rappresentatività” sono in continua evoluzione. Perciò non si può continuare a legittimare un sindacato in base ad un principio di storicità o di mutuo riconoscimento senza una effettiva verifica ed una certificata misurazione della rappresentatività nazionale, territoriale e categoriale. Non si può non considerare che oggi alla “maggiore rappresentatività nazionale” si va sostituendo la “rappresentatività territoriale e categoriale” dove spesso primeggiano i cosiddetti sindacati autonomi e le associazioni datoriali delle piccole e medie imprese. Ecco perché va superata l’antica e desueta definizione di “Confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale” per passare ad una fase di riconoscimento anche di quelle Confederazioni sindacali rappresentative sul piano territoriale e settoriale. Per tale scopo, se consideriamo che, sul piano nazionale, è necessario che le Organizzazioni sindacali raggiungano una percentuale almeno del 5% per categoria per essere considerate rappresentative, sui piani territoriali e aziendali si ritiene che la percentuale dovrebbe essere almeno del 10% ai fini della stipula del contratto di secondo livello, a prescindere dalla sottoscrizione del contratto nazionale di primo livello. Quindi, accanto alla rappresentatività nazionale, va riconosciuta la rappresentatività aziendale e territoriale, di cui bisogna tenere conto e che va, quindi, così, disciplinata da apposita Legge. Occorre, dunque, una nuova legge sulla rappresentatività che non si fondi soltanto sul riconoscimento della rappresentativa numerica nazionale o sul far parte del CNEL, ma che consideri anche la rappresentatività numerica e contrattuale a livello aziendale, territoriale e di settore. E’ questa la visione politica che dovrebbe essere alla base di una buona legge sulla rappresentatività del sindacato nel rispetto dei diritti democratici sanciti dalla nostra Costituzione.  Una legge che deve tendere alla vera rappresentanza del lavoratore, alla centralità della contrattazione aziendale e territoriale e al pluralismo del mondo sindacale sia per i lavoratori che per le imprese.
La Redazione