Politica

TUTTO AUMENTA, ANCHE IL PANE. IL COSTO RICADE SULLE FAMIGLIE, LAVORATORI, PENSIONATI, ARTIGIANI E SENZA LAVORO. LA  POLITICA LATITA. LA PROTESTA DI PIAZZA E’ GIUSTA

Sono mesi che subiamo aumenti inspiegabili. Dalle tariffe, dall’energia, ai generi alimentari. E’ stato calcolato che ogni famiglia solo tra luce, gas e benzina pagheranno circa 1300 euro in più del 2020.  A questi vanno aggiunti gli  aumenti dei prodotti petroliferi + 30% – compiuter, plastica, arredi da casa, spese gestione casa, ecc.- e circa il 20% sugli alimentari, per un costo di altri 1250 euro, per un  totale 2550 euro all’anno a famiglia. A questo va aggiunta l’ultima notizia relativa al costo del pane che potrebbe essere raddoppiato . Non è colpa dei panificatori, che già da mesi stanno pagando, le materie prime, con aumenti che vanno dal 30 al 60%. Parliamo di farine +20%, di oli +60%, di burro e lievito +31%, aggiungendoci  gli aumenti dei costi dell’ energia per i forni e carburanti per la distribuzione del pane. Un vero disastro economico che ricade tutto sulle spalle dei lavoratori, dei pensionati, degli artigiani e dei piccoli imprenditori. Stipendi e pensioni che non solo non beneficiano di aumenti ma perdono potere di acquisto. Mentre accade tutto questo i maggiori sindacati si lasciano fuorviare dal “Green Pass” se renderlo obbligatorio o meno. Cosi come non sfuggono le gravi responsabilità  del governo Draghi e della politica in generale, che invece di attenzionare e affrontare con determinazione tali problemi, sono tutti presi dai Twitter, dai social e dai sondaggi. Poca gli frega se la maggioranza degli italiani non li segue più. L’astensione non è però la soluzione. Il popolo deve passare dalla protesta virtuale a quella vera per chiedere il blocco degli aumenti e la rivalutazione degli stipendi e delle pensioni. Nel 1973  Napoli scese in piazza contro l’aumento del pane, costringendo l’allora Governo al blocco degli aumenti e ne beneficiò l’intera Italia. Sarebbe opportuno che le nuove generazione facessero meno “selfie”, meno “spritz” e più battaglie sociali.

 

La Redazione