Sindacato

BENESSERE E SALUTE, IL COMPARTO ABBANDONATO DAGLI ULTIMI GOVERNI

A Fabio Ronghi, Segretario Nazionale della Federazione  Sindacale Sport Italia, aderente alla Confederazione CNAL costituita insieme a Gerardo Ruberto che  Presiede la Federazione e Maurizio Perazzolo che è stato l’animatore della iniziativa, chiediamo se le scelte degli ultimi governi hanno penalizzato il mondo dello sport, delle piscine e del fitness?

R) “Prima di rispondere alla domanda, è giusto conoscere qualche dato. In Italia sono oltre 23 milioni  le persone che svolgono attività fisiche a vari livelli -mentre i tesserati fra Coni ed enti di promozione sono almeno 12 milioni-  oltre 165.000 impianti sportivi in tutta Italia e circa 1.000.000 di persone che lavorano per garantire la salute dei cittadini attraverso l’esercizio fisico e lo sport.  In Europa il settore sport genera il 2% del Pil Ue, mentre l’occupazione totale, derivata dalle attività collegate, è di 7,3 milioni di addetti, pari al 3,5% dell’occupazione complessiva nell’Unione Europea. Un mercato che rappresenta il 5,3%dell’economia globale, e che vale in Italia circa 30 miliardi di euro l’anno. Purtroppo per i Governi, sia Conte che Draghi, questi dati non sono sufficienti al fine di riconoscere il mondo dello sport come un comparto lavorativo altamente produttivo e allo stesso tempo fondamentale per la salute. Dall’inizio della pandemia ad oggi, dalla politica, sono arrivati solo segnali sconcertanti nel nostro settore. Nel Governo Conte Bis, avevamo un Ministro che si è congedato scrivendo in un post di facebook, “Non conoscevo il mondo dello sport, al quale mi sono avvicinato con curiosità, rispetto e attenzione” e per dirla alla Peppino De Filippo: “ho detto tutto”. Nel Governo Draghi, il Ministero dello sport sparisce, ma viene sostituita con una delega al Sottosegretario di Stato. Le Associazioni e gli impianti sportivi nella maggior parte dei casi sono a gestione familiare, professionisti che hanno investito tutti i propri risparmi per garantire continuità alle proprie aziende, e garantendo i tanti posti di lavoro.Allo stato dei fatti sono penalizzati tutti gli imprenditori e gli operatori del settore molto probabilmente saranno pochi che avranno la forza economica di provvedere alla riapertura delle proprie strutture”.

Cosa chiedete al Governo e agli Enti Locali?

R)  “I lavoratori istruttori, i personal trainer, gli assistenti bagnanti, gli addetti alla segreteria, il personale delle pulizie, gli imprenditori del settore, a seguito dei vari DPCM e delle chiusure causate dal covid 19, si sono visti negare il diritto sacrosanto del lavoro e, la stragrande maggioranza di essi, anche dei “ristori” economici. Perciò, oltre a rivendicare l’indennizzo, abbiamo chiesto  al Governo e agli Enti Locali la eliminazione delle accise sulle utenze di consumo per l’anno 2020/2022 e un contratto di locazione ad uso sportivo per agevolare i relativi canoni. Abbiamo chiesto di inserire  nel Recovery Plan, i necessari investimenti per ripristinare e ammodernare gli impianti e le attrezzature danneggiate dal prolungato fermo, che ricordo è di oltre un anno.  Altra proposta strategica è l’istituzione dell’albo professionale e del  fondo previdenziale per i personal trainer e assistenti bagnanti. Ci stiamo muovendo anche per il riconoscimento giuridico e poi contrattuale di tutto il Comparto, teso soprattutto  ad eliminare le sacche di precarietà al settore e infine l’esenzione  fiscale per l’anno 2021/2022;

Il sindacato nel mondo delle associazioni sportive e degli impianti sportivi è una novità. Come è stato accolto dal Comparto?

R) Il nostro è un settore penalizzato da sempre e la pandemia ha fatto emergere  tutte le sue “fragilità”  e la mancanza di vere e proprie linee guida. Il Covid 19 ha mostrato la frammentazione del Comparto. Singole realtà che davanti a tale sfida non si è fatto trovare pronto come molti altri settori. La pandemia è la causa, ma di certo non l’unica, che ha messo allo scoperto le debolezze di un Comparto di utilità sociale per la salute delle persone, non compreso da chi è chiamato a governare la cosa pubblica. La nostra idea, maturata insieme agli amici Perazzolo e Ruberto, è nata proprio durante il primo lockdown. Da subito è stata vista con scetticismo, poi piano piano dopo aver spiegato il nostro progetto  , volto ad un bene comune e crescita di tutto il  Comparto e dopo una serie di coraggiose iniziative pubbliche, abbiamo ricevuto sempre più adesioni sia da parte di lavoratori che  da centri, associazioni e impianti sportivi. Oggi la Federazione Sindacale SportItalia che si è affiliata alla Confederazione CNAL, è costituita da lavoratori e imprenditori del settore sportivo, raggruppa tutti gli operatori dei centri sportivi privati, operatori dei centri sportivi pubblici, operatori dei centri sportivi convenzionati, operatori dei centri sportivi a carattere commerciale, associazione paralimpiche, associazioni del terzo settore. Associa ed organizza le donne e gli uomini che operano in tutti i settori del lavoro dello sport e della salute legata allo stile di vita alla cura del corpo e al tempo libero. Insomma la “guerra” per far valere le nostre proposte e le nostre rivendicazioni è iniziata con grande consenso.