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INCHIESTA PROCURA SALERNO, UN NUOVO FILONE SUL VOTO DI SCAMBIO. CI FU UNA CENA TRA I VERTICI DELLE COOPERATIVE E DE LUCA

Un nuovo filone dell’inchiesta della Procura di Salerno su presunte turbative di appalti e corruzione elettorale, che vede indagate 29 persone, tra cui il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, e agli arresti il consigliere regionale Giovanni Savastano e il presidente di una delle cooperative operanti nel settore ambientale Fiorenzo Zoccola, ha portato ad altri due arresti ai domiciliari di due esponenti di una delle cooperative, la “San Matteo” che, qualora le ipotesi di reato fossero confermate, avrebbero creato un clima “minatorio” nei confronti dei dipendenti della cooperativa a fini elettorali per sostenere un candidato della coalizione del Sindaco. Agli atti dell’indagine della Procura di Salerno c’è anche una cena che, nel febbraio 2020, avrebbe visti seduti allo stesso tavolo vertici di cooperative, tra cui Zoccola, ed anche il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, che non è indagato. Alla luce dello scenario emerso da queste indagini, non possiamo, però, non domandarci quale fosse l’oggetto di quell’incontro e che rapporti avesse il presidente De Luca con il mondo delle cooperative operanti nel salernitano. Senza voler valutare l’azione della magistratura, si ripropone la questione etica e politica. De Luca deve spiegare, deve raccontare, non può limitarsi alle battute. Deve raccontarci come sta gestendo l’assunzione dei BROS. Deve raccontarci se è vero che “poteva non sapere”.  Per quanto riguarda l’amministrazione Napoli, rieletto a Sindaco di Salerno, è evidente che pensare di insediare la giunta, come se nulla fosse, sarebbe pura follia e che urge un intervento urgente del Ministro dell’Interno affinchè invii una commissione di accesso per fare chiarezza sugli atti comunali inerenti l’oggetto dell’indagine.

Salvatore Ronghi