Politica

IL SABATO DEL VILLAGGIO – ANCHE FDI AL MERCATO DELLE VACCHE?

Marcello Curzio

“Benvenuti al mercato delle vacche. Lo spettacolo di  politici, o pseudo tali, che cambiano casacca solo per assicurarsi un seggio lo avevamo sempre vissuto dall’esterno. Penoso, semplicemente. Dall’interno è ancora peggio”, hanno denunciato in una diretta video su Facebook i vertici melitesi di Fdi che non vogliono l’ingresso nella lista per le prossime regionali di persone vicinissime all’attuale primo cittadino. Hanno ragione da vendere. Infatti, nella politica melitese, il mercato delle vacche non ha mai conosciuto la parola lockdown. Si acquista il consenso per pacchetti di voti a prescindere dalla proposta politica complessiva. É la pietra tombale su un certo modo d’intendere la politica. Qualcosa di molto triste e di inaccettabile. Confessiamo che facciamo fatica a seguire le giravolte continue del faraone e della sua corte di laudatores e giullari che si spostano come trottole da destra a sinistra e viceversa. Da destra a sinistra o da sinistra a destra. Poco importano la direzione ed il verso dei movimenti, quello che conta è il modo di agire, la tendenza, lo schema logico del modo di comportarsi. Le elezioni regionali nella nostra città recano con sé “opportunità”, “occasioni”, talvolta “affari”. Non per i cittadini, che hanno il sacrosanto diritto di scegliere, di votare, di confermare, di bocciare, di cambiare se sono rimasti insoddisfatti. Ma per i “portatori di interessi” che si muovono con disinvoltura nella giungla della politica alla ricerca di un buon boccone e senza paura delle “macchie”. Altro elemento acclarato è che la politica, soprattutto dalle nostre parti, ormai ha innescato un sistema che tiene lontana la qualità e lascia praterie all’incompetenza, agli strepiti, alle frasi urlate tipiche dei vecchi mercati. Strillare attira visibilità e, in qualche misura, consensi; spiegare la complessità dei problemi e la conseguente articolazione delle soluzioni realisticamente adottabili è impresa ardua. Perché – ed è qui che si rinviene anche la responsabilità dei cittadini – si preferisce la soluzione urlata, facile e desiderabile, non quella concretizzabile (ma magari meno “generosa”). E così i comitati elettorali nascono come funghi, soprattutto dove e ad opera di chi non te lo aspetti. Consigliamo sempre di non tenere in alcun conto le parole spese da questa sottospecie di “politici”, non solo perché mentitori seriali, ma soprattutto perché ciò che possono davvero fare è qualcosa di radicalmente diverso da quel che dicono di voler fare. Si potrebbe andare avanti a lungo, ma il concetto è chiaro. Questi figuri saranno anche dei comici prestati alla politica, quindi destinati a sparire con una certa rapidità, ma i danni che stanno provocando resteranno per sempre. Se non prende forza ora, in tempi finalmente rapidi, un’alternativa politica con radicamento sociale e idee chiare su quale futuro per questa città, per liberare la nostra gente dalla schiavitù del bisogno e dalle vergogna di stare agli ordini di una tribù di pagliacci.

Marcello Curzio