Politica

Covid _19: il fallimento dei partiti, dei sindacati, delle associazioni datoriali, dei corpi intermedi.

La pandemia che ha colpito l’Italia, oltre a causare oltre 30 mila vittime e migliaia di contagiati, ha dato un colpo “mortale” ai corpi intermedi, già in crisi di rappresentanza e di credibilità. I partiti, di maggioranza e opposizione, oltre a non essere stati in grado di comprendere e rispondere adeguatamente ai bisogni delle categorie sociali, hanno aumentato le loro distanze con il popolo. Hanno pensato che era sufficiente raccogliere migliaia di “like” e di “visualizzazioni” e il gioco era fatto. Senza comprendere che, in questo modo, hanno reso molto più profondo il solco che li allontana dal Paese reale. Solo Fratelli d’Italia è scesa in piazza, rispettando i parametri di distanza sociale, a difesa del settore produttivo e dei lavoratori. I sindacati i solito confederali , “tranquillizzati“  dagli ammortizzatori sociali – poco importa se i lavoratori stanno ancora aspettando l’erogazione della cassa integrazione – hanno accentuato il loro essere divenuti  “azienda” lucrando sulla “consultazione sindacale” alla quale sono state costrette tutte le aziende, anche quelle con un solo dipendente, che hanno fatto richiesta di cig. Se ne sono letteralmente fregati di preoccuparsi di un futuro che annuncia qualche milione di nuovi disoccupati. Ed ora, qualcuno di essi sta attivando l’ufficio legale per promuovere ricorsi contro i datori di lavoro in caso di contagio da covid, riconosciuto infortunio generico da Inail. Quanto alle associazioni datoriali e ai corpi intermedi, non hanno saputo, in questa circostanza, rappresentare i bisogni dei commercianti, delle partite iva e delle varie categorie imprenditoriali. Addirittura alcune pseudo Associazioni Datoriali, invece di difendere gli interessi degli “assistiti”, si sono improvvisate venditrici di disinfettanti, mascherine e finte certificazioni sulla sicurezza. Che schifo! Non riconoscendosi in alcun rappresentante, il popolo ha fatto da se’: ha scelto la protesta di piazza, con intelligenza e nel rispetto delle norme antivirus. Si è autorganizzato e ha trovato ascolto nei servizi televisivi, dimostrando di saper tenere testa a Ministri e Sottosegretari. Poi ci sono quelle persone che, sopraffatte dal disastro economico prodotto dal covid19, hanno deciso di chiudere definitivamente le proprie attività o, tragicamente, di farla finita. L’Osservatorio «Suicidi per motivazioni economiche» della Link Campus University, osservatorio permanente sul fenomeno delle morti legate alla crisi e alle difficoltà economiche avviato nel 2012, ha reso noto i  dati che sono impietosi: dall’inizio dell’anno sono già 42 i suicidi, di cui 25 quelli registrati durante le settimane del lockdown forzato per Covid; 16 nel solo mese di aprile. A questi numeri, già gravi , vanno poi aggiunti i tentati suicidi che sono 36 da inizio anno, 21 nelle sole settimane di chiusura delle attività. Un vero dramma che non può coinvolgere solo le famiglie ma deve coinvolgere l’intera Nazione. Se l’Italia vuole veramente riprendersi la sovranità, non può sfuggire da questa analisi. Il “sistema Paese” va ricostruito. Va rivisto il Titolo  V della Costituzione, va rivisto il ruolo delle Regioni, vanno rivisti i criteri della rappresentanza dei sindacati e delle associazioni datoriali , va rivisto il modello del lavoro. Porre fine alla finta e strumentale “lotta  di classe” e realizzare la “Partecipazione e la Cogestione“ alle imprese da parte dei lavoratori. Tale sistema, già vincente nei Paesi Europei, che lo hanno adottato, sarebbe la vera grande sfida particolarmente nel momento di grave crisi sociale ed economica che vivremo da qui in avanti. E pensare che i nostri Padri Costituenti ci avevano pensato e avevano previsto la partecipazione all’ articolo 46 della Costituzione. La politica, cedendo alla volontà della lotta di classe della sinistra, non lo ha mai voluto adottare. Neppure i governi di centrodestra. È ora di rinnovare e adeguate ai tempi il “sistema paese” Italia.

Salvatore Ronghi