Politica

COMMISSARIARE LA SANITÀ CAMPANA

Non utilizzare le professionalità dei medici di base e della medicina territoriale per fare sistema e fare fronte alla pandemia e particolarmente per curare e monitorare i contagiati che potrebbero fare a meno dell’ospedalizzazione, è stato un grave errore da parte del Presidente De Luca. Da tale errore è scaturito la saturazione  dei posti letto con il conseguente blocco della visite ambulatoriali  e degli interventi chirurgici programmati. Tale conseguenza ha creato gravi disagi psicologici ai tanti pazienti in attesa già da tempo – ricordo la situazione vergognosa delle “liste di attesa” – di visite specialistiche e interventi chirurgici. E non conosceremo mai il numero di morti in più che saremo costretti a subire per patologie gravi come quelle cardiologiche o tumorale. Oramai sembra esaurita anche la possibilità di trasformare gli ospedali pubblici in “centri Covid”, in ultimo anche il San Giovanni Bosco  ha subito la trasformazione e tra poco la stessa sorte subirà anche il Fatebefratelli e perciò bisogna reperire posti letto per ricovero contagiati presso strutture private se pur  palesemente  inadeguate a tale assistenza e quindi inutili ma sicuramente un grande business di milioni di euro. A ciò si aggiunga l’intollerabile carenza del personale sanitario nonostante tanti laureati e Operatori Sanitari ancora disoccupati.

Questi sono i risultati della politica sanitaria di De Luca in Campania e non è tollerabile che si continui. Ecco perché  ritengo che qui da noi, proprio perché  non mancano le strutture di eccellenza non mancano i medici eccellenti, non manca il personale sanitario ai quali va il nostro pieno riconoscimento per gli sforzi che fanno nonostante le carenze di materiale e di personale, necessita di una sana ed efficace strategia. I vertici regionali, da De Luca ai  dirigenti apicali ,facessero altro, la sanità  e la salute pubblica è un bene troppo prezioso  per continuare a giocarci, commissariare la sanità campana è una vera e inderogabile necessità.

 

Salvatore Ronghi