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PROPOSTA MOZIONE PARLAMENTARE  DELLA CNAL E OPN SULLA SICUREZZA DEL LAVORO

 

PROPOSTA MOZIONE PARLAMENTARE  DELLA CNAL E OPN 

 Premesso che:

di recente il mondo del lavoro è stato funestato da ulteriori incidenti mortali;

nel solo anno 2020, 1.270  lavoratori e, nei primi tre mesi del 2021, ben 180, hanno perso la vita sul lavoro;

mediamente, in Italia, oltre 650 mila lavoratori all’anno sono vittime di infortunio sul lavoro.

Considerato che:

La legislazione italiana, con il D.lgs. 81 del 2008,  il Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro, composto da ben 172 articoli e con i suoi numerosi decreti attuativi, rappresenta un modello di legislazione sulla sicurezza sul lavoro nel mondo;

nonostante ciò, il tragico fenomeno delle morti e degli infortuni sul lavoro continua e colpisce al cuore il mondo produttivo italiano, evidenziando notevoli carenze;

I motivi di questa “strage” sono molteplici e diversi:

  • i costi per la sicurezza sono molto pesanti per gli imprenditori e la normativa fiscale in vigore non permette di recuperarli;
  • non c’è un adeguato sistema dei controlli sugli enti e sugli organismi paritetici autorizzati al rilascio dei certificati formativi;
  • non c’è certezza sull’adempimento degli obblighi formativi tanto che i documenti relativi alla sicurezza ed i relativi attestati vengo redatti ex post, senza una data certa e quindi senza la certezza di aver effettivamente svolto l’attività formativa;
  • la globalizzazione e l’invasione dei prodotti cinesi penalizza le produzioni italiane e contribuisce all’incremento dei morti sul lavoro in quanto le imprese italiane sono costrette a competere con tale concorrenza sleale e a ridurre la sicurezza sul lavoro per produrre di più ed in tempi più rapidi;
  • il sistema dei controlli non è sufficientemente efficace soprattutto a causa delle carenze di organico e di mezzi dell’Ispettorato del Lavoro;

Ritenuto che:

per intervenire efficacemente per garantire la sicurezza del lavoro occorre:

  • fermare la concorrenza sleale cinese adottando in Italia una politica economica e fiscale che penalizzi i prodotti cinesi e valorizzi il Made in Italy e il lavoro italiano;
  • potenziare e riorganizzare il sistema dei controlli sulla sicurezza sul lavoro rafforzando l’organizzazione, la dotazione organica e i mezzi dell’Ispettorato del Lavoro;
  • potenziare i controlli sugli enti e sugli organismi paritetici autorizzati al rilascio di certificazioni formative al fine di verificare la loro veridicità e l’effettivo svolgimento dei corsi di formazione;
  • alleggerire i costi della sicurezza per le imprese attraverso forme di defiscalizzazione;
  • garantire un’adeguata formazione universitaria e specialistica per gli addetti alla sicurezza sul lavoro e promuovere la cultura della sicurezza;

 

Alla luce di quanto sopra, si impegna il Governo per quanto segue: 

  1. applicare la politica dei dazi sui prodotti cinesi con un incremento della tassazione del 50% sulle importazioni per disincentivare la loro produzione e il loro consumo;
  2. intensificare i controlli sulle attività imprenditoriali e commerciali cinesi al fine di prevenire i cambi repentini di intestazione societaria che consentono alle attività economiche cinesi di evadere il fisco italiano e di non rispettare le norme contrattuali e quelle relative alla sicurezza sul lavoro;
  3. intervenire sui sistemi dei controlli per la sicurezza del lavoro potenziando la dotazione organica e i mezzi a disposizione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, compreso il potenziamento organico per attività di controllo in materia antincendio per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
  4. attivare un maxi concorso nazionale per l’assunzione di 30.000 Ispettori del Lavoro con procedure semplificate e veloci;
  5. ottimizzare il coordinamento dei diversi soggetti deputati ai controlli e, specificamente, degli Ispettori del lavoro e dei funzionari dei Dipartimenti prevenzione delle Asl e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ;
  6. istituire un nuovo corso di laurea triennale dedicato alla “Sicurezza sul lavoro” ed un Albo Nazionale degli “Esperti della Sicurezza sul Lavoro”;
  7. istituire un’Agenzia Nazionale per la Formazione sulla Sicurezza del Lavoro per elevare la qualità e la selettività delle attività di formazione in materia di sicurezza sul lavoro;
  8. prevedere la defiscalizzazione degli investimenti delle imprese per la formazione sulla sicurezza sul lavoro;
  9. prevedere il credito di imposta al 100% per i costi afferenti la sicurezza sul lavoro;
  10. potenziare i controlli sugli enti e gli organismi paritetici autorizzati al rilascio delle certificazioni relative alla formazione per la sicurezza sul lavoro;
  11. obbligare i datori di lavoro ad inviare, entro tre giorni dall’assunzione al lavoro, le certificazioni attestanti i corsi di formazione effettuati dai neo assunti all’INPS ed, in particolare, all’INAIL;
  12. escludere dall’accesso a contributi pubblici le aziende che non rispettano le norme della sicurezza sul lavoro;
  13. istituire il Marchio di qualità della Sicurezza sul Lavoro per le imprese che applicano le norme sulla sicurezza del lavoro.